03/02/13

Caesar Millan arriva anche in Italia



Riportiamo dal Bull Terrier Rescue Italia: Anche in Italia è arrivato il programma televisivo Dog Whisperer il cui protagonista è Cesar Millan, un addestratore conosciuto in America e in altre parti del mondo per le sue trasmissioni televisive e per i suoi libri sul training del cane.

Qual’è il pensiero di Cesar Millan?
Secondo questo trainer i cani, come i loro antenati lupi, sono animali sociali di branco e come tali devono essere trattati: così come in un branco c’è un leader che comanda, così il proprietario deve dominare il cane, essere il leader del branco.
E i mezzi per farlo sono la disciplina e l’imposizione.
Secondo Millan la leadership è l’aspetto cardine per una corretta relazione con i nostri cani e per ottenerla un buon proprietario deve imparare ad imporsi, proprio come fa lui nelle sue trasmissioni.
Ad esempio in molte immagini lo vediamo affrontare cani con diversi problemi (indistintamente cani aggressivi, paurosi, fobici, etc) e costringerli nella posizione di sottomissione passiva: Millan li butta letteralmente a terra e li trattiene a lungo a pancia all’aria. Imponendosi in questo modo dimostra la sua dominanza sul cane.
Per addestrare i cani utilizza collari a strozzo e collari elettrici.
La filosofia di Millan, per cui la leadership si ottiene con la forza e l’imposizione, era condivisa fino a qualche anno fa, ma risulta ormai superata grazie ai numerosi studi che sono stati portati a termine negli ultimi anni.
Oggi infatti, grazie agli strumenti che abbiamo, possiamo andare realmente a studiare i branchi di lupi in libertà e osservare le loro dinamiche.
E’ così che abbiamo scoperto che i branchi di lupi in libertà sono costituiti da famiglie. Ci sono i genitori, che hanno le responsabilità del branco, ed i figli in diverse fasce di età. Generalmente i figli non superano i tre anni: dopo questa età molti individui si allontanano dal branco per cercare un compagno e costituire un nuova famiglia.
Come in tutte le famiglie esistono delle regole, ad esempio gli adulti mangiano per primi, dormono in posizione più alta e decidono gli spostamenti e le attività del gruppo.
Il branco si basa sulla cooperazione di tutti gli individui, allo scopo di difendersi reciprocamente, di mantenere il territorio, andare a caccia e crescere insieme i cuccioli.
I leader, maschio e femmina, hanno il compito di guidare il branco e di prendersi cura di tutti gli individui che ne fanno parte.
Nei branchi non si assiste a lotte o guerre di potere: la leadership non viene data al più forte o al più cattivo, bensì ai genitori, cioè agli individui adulti responsabili, equilibrati, intelligenti ed esperti.

E’ stato infatti dimostrato che i leader del branco non sono gli individui che si impongono con la forza: sono coloro che hanno le qualità psicologiche per prendersi la responsabilità di guidare il gruppo.

Sono rispettati perché capaci, coerenti, affidabili.
La leadership non può essere imposta in un gruppo di animali che vive in un ambiente ostile e che per sopravvivere ha bisogno di guide esperte, abili ed intelligenti. Il gruppo dipende dai suoi leader: che senso avrebbe dipendere da individui che si impongono solo perchè più forti se poi non fossero i più affidabili e capaci di tutti?
In natura non è la forza cieca a vincere, bensì l’abilità di un individuo di prendersi carico delle necessità del suo gruppo, di saperlo guidare, condurre e difendere a costo della propria vita.
Tutto questo è stato oggi dimostrato, ma purtroppo le vecchie teorie sono dure a morire.
Essere un leader non vuol dire imporsi sul cane, rovesciarlo a pancia all’aria e ringhiargli sul muso: tutto questo risulta assolutamente fuori luogo e porta il cane solamente a temerci ed a vederci come cattivi proprietari capaci solo di atti di forza.
Cesar Millan ci riporta indietro ad un approccio errato e ormai scientificamente superato.
Quello che fa può risultare inoltre molto pericoloso: imporsi fisicamente su un cane non solo non ha alcun senso, ma può portare il cane a difendersi e quindi ad aggredirci.
Se noi siamo impositivi o aggressivi con lui, gli insegnamo una sola cosa: nel nostro gruppo l’aggressività è un comportamento normale. Aggressività chiama aggressività….
Considerate le armi che il cane ha a disposizione, siamo sicuri che questo approccio sia il più intelligente? Siamo certi che vogliamo mettere il nostro rapporto su un piano fisico?
Il rapporto con il nostro cane può essere un’esperienza ricca di emozioni e soddisfazioni, ma sta a noi renderlo possibile.

Un buon proprietario si impegna per comprendere le reali esigenze del suo cane, capire la sua comunicazione, conoscere le regole gerarchiche (far mangiare il cane dopo la famiglia, farlo dormire in posizioni non rialzate, etc) e non utilizza la forza, la coercizione e l’imposizione.
Il cane è il nostro migliore amico, nasce per essere un impareggiabile compagno di vita, sempre pronto a seguirci e amarci: sta a noi fargli capire che può fidarsi di noi.

Questo accade solo se smettiamo di vederlo come un oggetto su cui imporre la nostra volontà.

L’approccio etologico e gentile è l’unica strada per un rapporto sano ed equilibrato con i nostri cani, e questo lo dimostrano le ricerche scientifiche svolte in tutto il mondo e l’esperienza di centinaia di trainer esperti che stanno ottenendo inconfutabili risultati in ogni parte del globo.
Se desideriamo davvero un buon rapporto con il nostro cane cerchiamo di conoscere veramente la sua psicologia, leggiamo libri e soprattutto rivolgiamoci a Educatori Cinofili che utilizzano i moderni metodi gentili.
Millan ha dalla sua parte i media ed il potere immenso della televisione, ma noi abbiamo dalla nostra la possibilità di fermarci e riflettere.
Informiamoci prima di commettere gravi errori.
La relazione con un cane può essere una cosa meravigliosa, a condizione che si basi sul rispetto e la reale conoscenza reciproca.

Dott.ssa Eleonora Mentaschi
Master in Medicina Comportamentale degli Animali d’Affezione
Direttore Scuola Cinofila Viridea

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