ORIGINE: U.S.A.
STORIA:
Le origini dell’American Pit Bull Terrier sono di fatto antiche e trovano le loro radici in quel gruppo di molossoidi impiegati dai guardacaccia nell’Inghilterra del Medioevo, ovvero al Bandog (detto anche Tydog) o all’Alaunt, cani tanto forti e massicci da riuscire ad atterrare e a bloccare la persona inseguita fino all’arrivo del padrone.
Prima ancora si deve, però, citare quel variegato ceppo di cani da combattimento, dai Canes Pugnaces romani ai Pugnax Britanniae, che da secoli avevano dato vita ai combattimenti nelle arene: non solo tra cani, ma anche con animali di ogni specie e mole.
E ciò è dato anche dal fatto che al XVII-XVIII secolo circa non si può distinguere una razza dall’altra con sicurezza.
E ciò è dato anche dal fatto che al XVII-XVIII secolo circa non si può distinguere una razza dall’altra con sicurezza.
Colpa anche di quell’infinità di nomi diversi utilizzati sostanzialmente per indicare uno stesso modello di cane:
un molossoide, agile e forte, adatto a lottare.
Così per tutto il XVI secolo i cani da combattimento erano genericamente chiamati Mastiff, mentre nel secolo successivo viene preferito il termine Bulldog per indicare con maggiore precisione quel molossoide impiegato per la lotta con il toro.
un molossoide, agile e forte, adatto a lottare.
Così per tutto il XVI secolo i cani da combattimento erano genericamente chiamati Mastiff, mentre nel secolo successivo viene preferito il termine Bulldog per indicare con maggiore precisione quel molossoide impiegato per la lotta con il toro.
A complicare le cose c’è anche il fatto che ogni regione della Gran Bretagna, culla di questo primo ceppo di cani, si adoperava da secoli per selezionare i soggetti più adatti alle specifiche esigenze del momento, incuranti di ogni forma di criterio, al di fuori di quello utilitaristico.
Diventano allora frequenti gli incroci tra Bandog e Bulldog e poi ancora tra Bulldog e vari Terrier tra cui il Black and Tan Terrier (cioè il nucleo più significativo da cui discende l’attuale Pitt Bull).
Nel corso dell’800 i combattimenti tra cani, tori e orsi furono messi al bando in Gran Bretagna (1829) e il Bulldog rischiò di non essere più motivo d’interesse.
Fortunatamente, però, proliferano le arene clandestine dove in lotta erano cani contro cani. Per questo spettacolo, ancora spesso praticato, occorreva tuttavia un cane più agile e veloce.
Nel corso dell’800 i combattimenti tra cani, tori e orsi furono messi al bando in Gran Bretagna (1829) e il Bulldog rischiò di non essere più motivo d’interesse.
Fortunatamente, però, proliferano le arene clandestine dove in lotta erano cani contro cani. Per questo spettacolo, ancora spesso praticato, occorreva tuttavia un cane più agile e veloce.
La famiglia dei Terrier rappresentava in questo senso un ottimo ceppo da cui attingere. Nasce così il Bull Terrier, un cane che a fine secolo si presentava sufficientemente robusto e agile, nonostante i suoi diversi colori e le varie pezzature tradissero le sue origini non certo pure.
Quindi a fine ’800 si avevano due diversi tipi di cane nati entrambi dal Bull Terrier: il primo, adatto per le esposizioni, venne chiamato English Bull Terrier Bianco, e secondo il Pit Bull Terrier, la cui strada restava invece quella dei combattimenti nelle arene.
Per comprendere meglio la strada intrapresa dal Pit Bull Terrier occorre tuttavia seguire i movimenti avuti negli Stati Uniti.
Per comprendere meglio la strada intrapresa dal Pit Bull Terrier occorre tuttavia seguire i movimenti avuti negli Stati Uniti.
In questo paese il Pit Bull Terrier, chiamato anche in questo caso con nomi differenti tra cui Bull and Terrier, Half and Half, Pit Dog, Yankee Terrier e altri ancora, giunse già nel XVIII secolo portandosi dietro tutta quella scia di diffidenza che in Inghilterra ne aveva segnato gli ultimi decenni di permanenza. Joseph Colby, allevatore di Pit Bull scrisse che “fin dall’inizio la razza ebbe un’ingiusta reputazione dovuta alla sua abilità nel combattimento e alle caratteristiche del proprietario”.
A fianco di questi cani c’erano infatti soggetti non del tutto raccomandabili, come ad esempio pugili o membri della confraternita sportiva.
Persone insomma che vedevano nel combattimento tra cani una fonte di divertimento e di una pur discutibile forma di selezione delle qualità di forza e resistenza di questa razza. Infatti, una volta terminata la moda del Pit (arena) nel Vecchio Continente, il Nuovo Continente ne diventò la seconda patria.
Persone insomma che vedevano nel combattimento tra cani una fonte di divertimento e di una pur discutibile forma di selezione delle qualità di forza e resistenza di questa razza. Infatti, una volta terminata la moda del Pit (arena) nel Vecchio Continente, il Nuovo Continente ne diventò la seconda patria.
La Police Gazette (1846-1932) divenne l’organo di comunicazione ufficiale dov’erano inserite le date e i risultati degli incontri, prima che il neonato libro delle origini americano e, l’United Kennel Club (UKC, 1898) cominciassero a pubblicare il Bloodlines Journal con le notizie sul combattimento tra cani. L’arena stava cominciando a diventare scomoda anche per gli Stati Uniti.
A New York, ad esempio, il combattimento tra cani venne proibito nel 1856, costringendo gli organizzatori a spostarsi in periferia.
La stessa UKC poi, dopo la morte del suo fondatore C.Z. Bennet, incominciò a prendere le distanze dai pitmen, gli allevatori di Pit Bull da combattimento.
Era tempo per un nuovo registro che accogliesse ufficialmente i nuovi nati di questa razza. Nasce così, nel 1909, l’American Dog Breeder Association (ADBA), e con essa l’unico libro delle origini ad accogliere solo cani di razza Pit Bull.
Passavano gli anni e gli allevatori premevano per un riconoscimento dei loro soggetti in modo tale da epurarli da quella reputazione negativa che li accompagnava.
Così, nel 1936, l’AKC riconobbe alcuni American Pit Bull Terrier dandogli il nome di American Staffordshire Terrier.
La stessa UKC poi, dopo la morte del suo fondatore C.Z. Bennet, incominciò a prendere le distanze dai pitmen, gli allevatori di Pit Bull da combattimento.
Era tempo per un nuovo registro che accogliesse ufficialmente i nuovi nati di questa razza. Nasce così, nel 1909, l’American Dog Breeder Association (ADBA), e con essa l’unico libro delle origini ad accogliere solo cani di razza Pit Bull.
Passavano gli anni e gli allevatori premevano per un riconoscimento dei loro soggetti in modo tale da epurarli da quella reputazione negativa che li accompagnava.
Così, nel 1936, l’AKC riconobbe alcuni American Pit Bull Terrier dandogli il nome di American Staffordshire Terrier.
Da allora in poi le strade di questa razza si divisero in modo inriconciliabile.
Lo Staffordshire, grazie al restyling politico offerto dall’AKC e poi dalla FCI, intraprese la carriera delle esposizioni; l’American Pit Bull Terrier, invece, continuò la sua strada dei combattimenti, ormai quasi del tutto clandestini.
Lo Staffordshire, grazie al restyling politico offerto dall’AKC e poi dalla FCI, intraprese la carriera delle esposizioni; l’American Pit Bull Terrier, invece, continuò la sua strada dei combattimenti, ormai quasi del tutto clandestini.
Si ottenne così una specie di clonazione dello stesso cane con caratteristiche, però, differenti: meno forte e resistente lo Staffordshire, in quanto ormai votato alle esigenze estetiche più che funzionali; sempre più agile e meno massiccio il Pit Bull, che perfezionava in questo modo secoli di selezione volta al combattimento per ottenere, come sottolinea Abramo Calini, titolare dell’allevamento Iron Dog Kennel, “la massima forza nel minimo di peso”.
Di American Pit Bull Terrier si è parlato molto negli ultimi decenni del secolo scorso.
Si son fatti molti discorsi circa la sua indole aggressiva e, di conseguenza, il suo alto grado di pericolosità nei confronti dei propri simili e, soprattutto, dell’uomo. Inoltre si sono mossi in tanti, dalle associazioni animaliste fino ai deputati del Parlamento, per cercare di introdurre nuove norme legislative che in qualche modo ne limitassero se non addirittura proibissero l’allevamento.
Si son fatti molti discorsi circa la sua indole aggressiva e, di conseguenza, il suo alto grado di pericolosità nei confronti dei propri simili e, soprattutto, dell’uomo. Inoltre si sono mossi in tanti, dalle associazioni animaliste fino ai deputati del Parlamento, per cercare di introdurre nuove norme legislative che in qualche modo ne limitassero se non addirittura proibissero l’allevamento.
Infine si sono infine schierate molte firme della cinofilia ufficiale per ribadire il loro “NO” ad una razza che non gode ancora di un riconoscimento da parte della Federazione Cinologica internazionale.
Il tutto, dimenticando spesso gli stretti rapporti di parentela che il Pit Bull ha da tempo con razze oggi non solo accettate ma spesso anche enfatizzate.
Un “vuoto di memoria” che solo la storia può colmare.
Il tutto, dimenticando spesso gli stretti rapporti di parentela che il Pit Bull ha da tempo con razze oggi non solo accettate ma spesso anche enfatizzate.
Un “vuoto di memoria” che solo la storia può colmare.
DESCRIZIONE:L’ American pit bull terrier ha la testa piatta e squadrata, le mascelle molto potenti e il corpo altamente muscoloso, trasuda potenza.
Corpo più lungo che alto, petto molto largo e muscoloso e un poderoso posteriore che gli permette di effettuare enormi balzi.
Per alloggiare le mascelle poderose il muso dell’ American pitt bull terrier è particolarmente largo in corrispondenza delle guance.
La taglia va dai 46 ai 56 cm per un peso che oscilla dai 23 ai 46 kilogrammi.
L’occhio è rotondo e spesso molto scuro.
Le orecchie dell’ American pit bull terrier fino a dicembre 2006 venivano di norma tagliate rimanendo così piccole e erette; quando non tagliate le orecchie risultano semierette.
La coda dell’ American pitt bull terrier è corta (non raggiunge i garretti) e portata orizzontalmente quando il cane è in azione.
L’ American pit bull terrier ha pelo fitto, corto e lucente; non presenta sottopelo.
Sono ammesse tutte le colorazioni ma il bianco non deve coprire più dell’80% dell’intero soggetto.
Corpo più lungo che alto, petto molto largo e muscoloso e un poderoso posteriore che gli permette di effettuare enormi balzi.
Per alloggiare le mascelle poderose il muso dell’ American pitt bull terrier è particolarmente largo in corrispondenza delle guance.
La taglia va dai 46 ai 56 cm per un peso che oscilla dai 23 ai 46 kilogrammi.
L’occhio è rotondo e spesso molto scuro.
Le orecchie dell’ American pit bull terrier fino a dicembre 2006 venivano di norma tagliate rimanendo così piccole e erette; quando non tagliate le orecchie risultano semierette.
La coda dell’ American pitt bull terrier è corta (non raggiunge i garretti) e portata orizzontalmente quando il cane è in azione.
L’ American pit bull terrier ha pelo fitto, corto e lucente; non presenta sottopelo.
Sono ammesse tutte le colorazioni ma il bianco non deve coprire più dell’80% dell’intero soggetto.
UTILIZZO:
Lasciando perdere i suoi trascorsi da combattente il Pit Bull è oggi molto apprezzato come cane da compagnia, ottimo anche per la difesa della persona e la guardia della proprietà.
Anche se molto spesso è salito negativamente agli onori della cronaca, questo cane se ben socializzato da cucciolo, è un ottimo babysitter.
In America l’ American pit bull terrier è la razza preferita per la pet terapy grazie al suo ottimo carattere.
Lasciando perdere i suoi trascorsi da combattente il Pit Bull è oggi molto apprezzato come cane da compagnia, ottimo anche per la difesa della persona e la guardia della proprietà.
Anche se molto spesso è salito negativamente agli onori della cronaca, questo cane se ben socializzato da cucciolo, è un ottimo babysitter.
In America l’ American pit bull terrier è la razza preferita per la pet terapy grazie al suo ottimo carattere.
TEMPERAMENTO E CARATTERE:
L’ American pit bull terrier è coraggiosissimo e molto pieno di vitalità. Buono, obbediente e con la capacità di distinguere subito le buone dalle cattive intenzioni degli estranei.
Se non ben socializzato da cucciolo può essere aggressivo con gli altri cani.
L’ American pit bull terrier è coraggiosissimo e molto pieno di vitalità. Buono, obbediente e con la capacità di distinguere subito le buone dalle cattive intenzioni degli estranei.
Se non ben socializzato da cucciolo può essere aggressivo con gli altri cani.
SALUTE:
L’ American pit bull terrier è resistente alle malattie, può vivere all’aperto, ma in inverno gli va fornito un riparo riscaldato, in ogni caso il suo ambiente ideale è in casa vicino al proprio padrone.
L’ American pit bull terrier è resistente alle malattie, può vivere all’aperto, ma in inverno gli va fornito un riparo riscaldato, in ogni caso il suo ambiente ideale è in casa vicino al proprio padrone.
MANTENIMENTO:
Va alimentato in modo completo ma senza esagerare per non farlo ingrassare.
L’ American pit bull terrier va spazzolato raramente con una spazzola di setole, aumentando la frequenza soprattutto durante la muta.
Va alimentato in modo completo ma senza esagerare per non farlo ingrassare.
L’ American pit bull terrier va spazzolato raramente con una spazzola di setole, aumentando la frequenza soprattutto durante la muta.
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