Parma, 10 aprile 2002 - E' indagato per maltrattamenti al proprio cane. Sospettato di usare un po' troppo le maniere forti, un trentenne parmigiano è finito nei guai con la giustizia. Inoltre, allo scopo di tutelare la bestiola, la magistratura gli ha sequestrato il «suo» Tom, un vivace meticcio di pochi mesi. Ma il padrone - D.G., 33 anni - non accetta questa separazione coatta e, supportato dai suoi avvocati, fa ricorso al tribunale del Riesame per ottenere la restituzione del cane. Ora si attenda la decisione sull'istanza di restituzione.
E' una storia particolare quella che vede protagonisti un uomo e il proprio animale. Una storia di amore e odio, così si potrebbe definire. Denunciato per maltrattamenti, il padrone si è infatti sempre difeso ammettendo di aver sì picchiato il cagnolino, ma solo per impartirgli un'educazione «come si deve», dal momento che il vivacissimo Tom era "molto disubbidiente". Il metodo educativo poco ortodosso era stato notato pochi mesi fa all'interno del parco Ferrari, dove una passante aveva visto D. G., mentre percuoteva il cane. Dopo una discussione fra i due, era scattata una segnalazione del caso. Della vicenda si era così occupata la polizia giudiziaria che aveva raccolto elementi per avviare un'indagine penale. Importante, in particolare, era stato l'esito di una perizia medica su Tom. L'esame aveva evidenziato due fratture alle zampe, forse riconducibili ai maltrattamenti subiti.
Di fronte a questi indizi, il giudice Pietro Rogato, allo scopo di tutelare l'incolumità della povera bestiola, ha disposto il sequestro preventivo del cane, affidandolo all'Enpa.
Tom porta ancora oggi, a distanza di qualche mese dai fatti, i segni visibili di un'avventura poco felice con la specie umana, zoppica e talvolta quando arriva qualche ospite nuovo da quelle parti, si nasconde.
Per il resto, dopo 15 giorni di affidamento all'Enpa, sta ritornando ad una vita più consona per un cucciolo: gioca e lotta con i «colleghi» a quattro zampe, ma soprattutto si prende le coccole dell'obbiettore e dei volontari.
«Fortuna che le segnalazioni aumentano - ha sottolineato Lella Gialdi, presidente dell'Ente protezione animali di Parma - ormai ne abbiamo tre, quattrocento all'anno. Questo non perché aumentano i maltrattamenti, ma perché la gente è più sensibile a questo tema. Un esempio - afferma la Gialdi mostrando la lettera ricevuta - è questa bambina, Ambra, che ci scrive per segnalarci i maltrattamenti che un vicino di casa riserva ai suoi animali. E' grazie a queste segnalazioni che riusciamo a salvare cani come Tom da una fine poco dignitosa: in questo siamo aiutati dalla magistratura, sempre più attenta, come gli organi di polizia, a queste situazioni. Infatti, nel giro di pochi giorni abbiamo ottenuto l'affidamento di Tom».
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